La ricca eredità dell’insegnamento del Santo Padre e il giudizio giusto sulla condizione dell’uomo contemporaneo sono le caratterictiche del ministero di Benedetto XVI. Il professore Massimo Introvigne, un sociologo italiano, capo dell’Osservatorio della Libertà Religiosa CENSUR, definisce la rinucia inattesa del Santo Padre al ministero alla Santa Sede come „apocalittica”.
Come indica il professore Introvigne, non si tratta delle infomazioni sulla la fine del mondo o sulle profezie dei profeti cattivi che circolano sui media e che sono lontane dalla dimensione cattolica. – L’aggettivo qualificativo „apocatillica” si riferisce ai tempi estremamente difficili per la Chiesa et per la società, al processo di scristanizzazione particolarmente intensificato di cui siamo testimoni – ha detto il sociologo.
Massimo Introvigne richiama l’attenzione sul vasto sguardo di Benedetto XVI sulla realtà e sulla Chiesa. Lui ricorda che il Santo Padre intraprendeva due messaggi: di Fatima e profezione di santa Ildegarda di Bingen, Dottore della Chiesa. Il sociologo percepisce la decisione del Santo Padre nel contesto di questi due messaggi. Come il dice, il messaggio di Fatima è lo sfondo di questa decisione. – Al cuore del messaggio di Faima c’è il giudizio sulla storia, e in particolare sulla storia contemporanea – nota e ricorda un frammento del discorso di Benedetto XVI fatto durante la visita al santuario mariano: „Le tragedie annunciate a Fatima non sono finite con la fine delle ideologie […] del comunismo[…]. La crisi non è risolta. Da un certo punto di vista è oggi più seria che mai, perché è anzitutto crisi di fede, quindi crisi morale e sociale”.
Introvigne richiama ugualmente attenzione sulla terza parte del segreto di Fatima, „colpi di arma”, considerata non solo nel contesto d’un attacco concreto al Santo Padre Giovanni Paolo II di cui parlava già al 2000 il futuro papa Benedetto XVI, ma in prospettiva più larga – negli attacchi alla Chiesa sia esteriori che interiori di cui parlava Benedetto XVI nel 2010. Il sociologo italiano cita ugualmente un frammento della visione di santa Ildegarda di Bingen del 1170, quando questa santa era malata, ma nello stesso tempo fisicamenete e mentalmente sveglia, vidi una donna di una belleza, di una veste luminosa ma cosparsa di polvere che simboleggiava i peccati degli uomini, anche quei dei sacerdoti.
Il professore Introvigne cita i eventi molto importanti durante il pontificato del Santo Padre Benedetto XVI, fra altri il discorso a Regensburg del 12 settembre 2006 e la lettera enciclica „Spe salvi”, dove Benedetto XVI ha precisamente esposto come, veramente, noi abbiamo raggiunto la profondità del processo, il quale ci allontanava a poco a poco dalla sintesi della fede e della ragione, costrutta con tanto sforzo dall’Europa cristiana durante il secoli per la preghiera, l’insegnamento e il lavoro. Fra essi, lui cita quattro minacce: la filosofia di Martin Lutero che, con il razionalismo del rinascimento, ha rifiutato la ragione, scegliendo la via del fideismo pericoloso iniziando la distruzione del cristianesimo medievale; poi – l’illuminismo e, infine, le ideologie del’Ottocento che si trasformavano nelle „macchine sanguinose della tirannia et del pasticcio”. Come il quarto punto fra i fattori decisivi delle trasformazioni, lui ha citato il nichilismo contemporaneo caratterizzato dal relativismo aggressivo, il quale diventa la dittatura e attacca i santuari della vita e della famiglia. Il sociologo italiano, ricordando il ricco insegnamento del Santo Padre, ha ugualmente citato la lettera enciclica „Caritas in veritate” dove il papa indica la trasformazione della politica nella dittatura del relativismo. – „La questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica” – raccorda le parole fondamentali del Santo Padre.
Il professore Introvigne riccorda che nell’insegnamento di Benedetto XVI era importante la questione di libertà religiosa; lui parlava della sua rilevanza ai numerosi discorsi ai fedeli, ai suoi collaboratori prossimi, al corpo diplomatico, ai messaggi. Il Santo Padre avvertiva della negazione della libertà religiosa in Europa ed in Occidente. – Al discorso alla Curia Romana del 21 dicembre 2012, il Papa ha sottolineato, che la fasi terminale della malattia della nostra civiltà è la „teoria del “gender” secondo cui il sesso “non è più un dato originario della natura„, bensì un ruolo sociale “del quale si decide autonomamente” – ha sottolineato Introvigne„.